La
conchiglia (13/2/13)
Non
c’era nessuna valigia
Da
preparare
Non
c’era nessun documento
Da
portare
Solo
un corpo e
Un’anima
smarrita
Mi
hai presa per mano
E
nella tua ho stretta la mia
Piccola,
fragile, magra
Non
avevo idea di dove andavamo
Non
avevo idea da dove venivamo
Era
solo casa
Era
solo famiglia
Alla
spiaggia
Mi
hai stretto ancora più forte la mano
Ti
sei chinata
Ho
visto i tuoi occhi bagnati
Lacrime
lapidarie
Rigare
il tuo viso
Hai
preso una grande conchiglia
Me
l’hai poggiata sull’orecchio
“Ascolta,
la musica del mare
Il
richiamo del ventre terreno
Non
dimenticare mai
Da
dove vieni
Non
dimenticare mai chi sei
Non
dimenticarmi mai!”
Hai
posato la conchiglia nella mia mano
E
con essa hai lasciato la vita nelle mie mani.
La
conchiglia è ancora con me
La
vita è ancora con me
Ma
tu, dove sei?
Cerchi
concentrici (13/2/13)
Dal
ventre
di
una donna
è
nato
un
essere umano
minuscolo,
indifeso
amato
nell'indifferenza altrui
vezzeggiato
e curato
nel
segreto amore
di
una giovane madre
Bambina
violenta
cresciuta
nella solitudine
delle
folle
Ragazza
triste
dal
luminoso sorriso
che
celava pochi sogni
e
sparute speranze
Donna
dallo spirito indomito
lottava
inconsapevole
trascinata
dall'inerzia
della
vita
Ogni
giorno
un
continuo rinascere
nell'infinita
stringa
di
cerchi concentrici
di
un Io sfaccettato
che
si rifletteva
nella
stessa ripetuta essenza degli anni: donna.
© R. NUR
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