23 Ottobre: due giorni fa mi hanno comunicato che questo breve racconto è tra i dieci finalisti del concorso "Parole per strada" di Rovereto e farà parte della Mostra Itinerante che si terrà dal 30 Novembre al Polo Culturale e Museale di Rovereto.
Vedevo solo
nuvole bianche, un sole sfavillante ed accecante; il rumore
gorgogliante dell'aereo che mi trasportava. Avevo solo cinque anni,
se avevo paura di volare non me lo ricordo; in quel momento la
curiosità e la novità erano le uniche sensazioni che occupavano il
mio cuore e la mia mente, non avevo coscienza di dove andavo, né da
dove venivo. Non c'era un parente, una mamma, un conoscente, ad
accompagnarmi in questo volo.
La mia unica
“amica” era una hostess gentile, bionda, bellissima ai miei occhi
di bimba, che ogni tanto veniva a controllare se stavo bene, ma in
quale lingua comunicavamo? La lingua universale di una donna e di
una bimba, l'essenziale, bisogno-adempimento.
Le mie
radici erano state strappate bruscamente dalla terra che mi aveva
vista nascere, ora me le portavo dietro, nascoste dentro di me ma
allo stesso tempo visibilissime per chiunque: erano lì nella grana
delicata e liscia della mia pelle; nei soffici ricci che contornavano
il mio viso; nelle parole che a stento uscivano dalla mia bocca per
timore e timidezza in una lingua che presto avrei dimenticato; nel
cibo che aveva riempito il mio piccolo stomaco nei primi anni della
mia vita.
Quelle
stesse radici, di lì a poco, sarebbero state accolte da una nuova
terra, fertile ma dura allo stesso tempo; avrebbero faticato ad
aggrapparsi al terreno ma non a trovare nutrimento: la storia, la
lingua, i sapori, le idee avrebbero subito iniziato il loro cammino
vorticoso nella mia anima.
( Breve racconto per il concorso Parole x Strada di Trento)
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